Capo d’Orlando, diventa una porta naturale per l’accesso ai verdi Monti Nebrodi.
Percorrendo la strada statale 116 direzione Randazzo, incontriamo prima la “città” di Naso e poi Castell’Umbero.

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NASO

La tradizione ci narra che l’antica Agatirso si ergeva in questo sito grazie alla fondazione attuata da uno dei figli del dio Eolo, Agathirnos, nel 1218 a.C. Più accreditata è la fondazione altomedievale della città, nonché il passaggio sotto il dominio di feudatari tra cui ricordiamo i Ventimiglia. In effetti, la baronia di Naso fu elevata a Contea proprio sotto la signoria di Carlo Ventimiglia. Per la sua importanza dell’epoca, ricevette l’appellativo di ‘Città’. Naso è inoltre famosa per aver dato i natali a San Cono, patrono, oltre che di Naso, del paese omonimo del calatino.
Prima tappa di un itinerario turistico che la riguarda è quella relativa alla barocca Chiesa Matrice intitolata ai Ss. Apostoli Filippo e Giacomo. Al suo interno essa presenta, tra l’altro, la cinquecentesca statua marmorea raffigurante “L’Assunta e gli Angeli”, un seicentesco crocifisso ligneo ed una statua marmorea raffigurante “La Madonna col Bambino”.
La Chiesa Madre si trova nei pressi della Piazza IV Novembre e si presenta con un interno suddiviso in tre navate. Tra le opere qui raccolte occorre citare la statua marmorea raffigurante Santa Caterina da Siena ed un ottocentesco gruppo marmoreo riguardante l’Annunciazione.
La seicentesca chiesa dedicata al Santissimo Salvatore si presenta con un sagrato in cotto nasitano, due campanili gemelli che si ergono a fianco del sagrato con la loro forma incompiuta. Nel suo interno basilicale si trovano varie opere d’arte a tema sacro, a partire dalla seicentesca tela raffigurante “San Girolamo nel deserto” ed un quattrocentesco trittico riguardante, tra l’altro, la Vergine col Bambino, San Paolo della Croce, San Gregorio Magno, i Misteri del Rosario e l’Annunciazione.
Infine, occorre citare la chiesa intitolata a Santa Maria del Gesù edificata insieme al Convento di Minori Osservanti. Del complesso d’origine quattrocentesca attualmente rimangono parte delle mura del convento, un’ala del chiostro e la Chiesa, meglio conservata, che presenta il monumento gotico-rinascimentale di Artale Cardona, rappresentato da quattro statue raffigurant

La seicentesca chiesa dedicata al Santissimo Salvatore si presenta con un sagrato in cotto nasitano, due campanili gemelli che si ergono a fianco del sagrato con la loro forma incompiuta. Nel suo interno basilicale si trovano varie opere d’arte a tema sacro, a partire dalla seicentesca tela raffigurante “San Girolamo nel deserto” ed un quattrocentesco trittico riguardante, tra l’altro, la Vergine col Bambino, San Paolo della Croce, San Gregorio Magno, i Misteri del Rosario e l’Annunciazione.
Infine, occorre citare la chiesa intitolata a Santa Maria del Gesù edificata insieme al Convento di Minori Osservanti. Del complesso d’origine quattrocentesca attualmente rimangono parte delle mura del convento, un’ala del chiostro e la Chiesa, meglio conservata, che presenta il monumento gotico-rinascimentale di Artale Cardona, rappresentato da quattro statue.

www.comune.naso.me.it

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CASTELL’UMBERTO

Castell’Umberto (Castané in siciliano) è un comune italiano di 3.348 abitanti della provincia di Messina in Sicilia.

Dista circa 80 km da Messina e 120 da Palermo ed è situato sui Nebrodi settentrionali, sulla dorsale nord-occidentale del monte Rocca di Poggio, tra le fiumare di Naso e di Fitalia, estendendosi per una superficie di 11,4 km² a 660 m di altitudine

Anticamente chiamato Castanìa, il borgo sorgeva più a valle, dominando il torrente del Fitalia. Le origini sono incerte. Secondo una teoria del Professor Rosario Scurria, illustre poeta e intellettuale castanese, il nome sarebbe una corruzione di Castrum Aeneae, ossia fortezza di Enea. Secondo questa teoria infatti alcuni compagni di Enea avrebbero risalito il torrente e fondato un grosso centro a valle, Salusapri, che a seguito di un’alluvione si sarebbe scinto in tre centri urbani: Castania (l’attuale Castell’Umberto appunto, Tortorici e San Salvatore). L’ipotesi sarebbe supportata dall’antico nome di una contrada, Scanio, che sarebbe stata chiamata così in onore del figlio di Enea, Ascanio appunto. In epoca bizantina il borgo antico fu roccaforte contro le invasioni saracene. A quel periodo infatti risale l’antica torre che poi, nel XVI secolo, divenne castello della famiglia nobiliare dei Sollima. Precedentemente era appartenuto ad altri casati, fra cui quello dei Barresi. Una serie di pericolose frane avvenute a cavallo fra XIX e il XX secolo costrinsero i cittadini a evacuare. Iniziarono quindi i lavori per la costruzione del nuovo centro, rinominato in onore del principe ereditario Umberto I. Il piano architettonico del nuovo borgo è su modello dei paesini piemontesi che il cavalier Di Vincenzo, allora sindaco del paese, poté ammirare durante il suo viaggio sino alla corte del Re, che dovette compiere per la richiesta di fondi destinati alla ricostruzione del paese. Oggi il paese si configura come uno dei più fortunati e accoglienti della zona per una serie di ragioni. Esso gode innanzitutto di un centro urbano sistemato secondo le regole della “città-giardino”, caratterizzato dunque da un’armoniosa alternanza tra architettura e spazi verdi. Dalla piazza centrale, sulla quale si affacciano la chiesa matrice e il municipio, si dirama dunque la zona nuova del paese, arricchita da un parco comunale provvisto di piscina e campi sportivi. Un altro elemento di attrattiva è il panorama che si gode dal paese, e in particolare dalla collinetta della chiesa di Santa Croce, per via della sua posizione privilegiata. Oltre a tutti i paesi intorno e alle splendide vallate, lo spettatore può godere della vista delle isole Eolie da un lato e dell’Etna dall’altro. A meno di un chilometro dal centro si raggiunge il centro storico, l’antichissimo borgo di Castanìa, in cui si può ammirare il tessuto urbano tipicamente medioevale, le chiese superstiti e la torre del castello. A nord del paese vi è poi la suggestiva pineta, dal paesaggio tipicamente nebroideo, con fauna e flora autoctone.

www.comune.castellumberto.me.it

  

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Altri paesini degni di una visita

  • Brolo
  • Sant’Agata di Militello
  • San Marco d’Alunzio

e in generale tutti gli altri centri, che in estate diventano un “brulicare” di gente, di feste, di concerti e di qualsiasi attività per il divertimento e per una vacanza rilassante.